Italo Zingarelli è la dimostrazione che il Cinema non è solo Settima Arte.
È una persona che cela in sè letteralmente un universo, dove hanno trovato posto tutte le arti.
La sua vita è infatti costellata da innumerevoli esperienze creative.
Celebre come lungimirante Produttore, celava in sè un grande spirito eclettico dove si nasconde uno Sportivo, uno Stuntman, uno Scrittore… un animo ricco di emozioni e coinvolgente energia vitale.
Nel Museo dedicato a Rocca delle Macìe si può respirare questo suo incredibile animo.
Guardando l’esposizione non si può non prestare attenzione ai dettagli come i guantoni da boxe dai quali traspare il ritratto di un uomo sportivo, che amava le sfide.
Infatti in giovane età come pugile è giunto alla finale del “Campionato Italiano Novizi” nei pesi medio-massimi.
È diventato poi per la sua prestanza fisica Stuntman, per film come Quo Vadis in cui fatalità recitava anche Bud Spencer come comparsa.
A 28 anni è diventato il più giovane produttore cinematografico dell’epoca, tanto che Andreotti gli diede il riconoscimento ‘Una vita nel Cinema’ anche se aveva solamente circa 48 anni.
Forse proprio da questa sua natura eclettica si è sviluppata l’innata capacità di guardare oltre e trovare il coraggio di fondare nel 1964 una casa di produzione, la West Films, oltre a Delta fondata nel 1966 con Roberto Palaggi.
Produceva i film che al tempo venivano definiti ‘medi’ in quanto commerciali, come ad esempio ‘Cuore Matto’ con Little Tony, oggi rivalutati artisticamente come perle di epoche passate.
Tra gli 80 film a cui ha dato vita ha permesso la nascita di ‘Lo chiamavano Trinità…’ arrivato al suo 50° anniversario.
A posteriori è semplice vedere il successo di questo film ma è da considerare il grande rischio che si è assunto Italo in qualità di Produttore, credendo così tanto nel progetto da rischiare importanti investimenti.
Oltre a tutto questo dal Museo emerge anche la sua grande generosità, che si respira totalmente incontrando la Famiglia Zingarelli nelle persone di Sandra, Sergio e Fabio.
Il retaggio di Italo Zingarelli
Oggi è splendido vedere come questa passione di Italo si sia trasposta nelle nuove generazioni.
Sandra, Sergio e Fabio sono imprenditori artistici e creativi, che hanno creato un mondo originale e immersivo a Rocca delle Macìe.
Con loro abbiamo avuto modo di approfondire con curiosità il significato di avere un Padre come Italo Zingarelli, attraverso un’intervista dove abbiamo potuto approfondire come tutto sia iniziato su un ring in senso letterale per spostarsi sul ring della vita.
Questo articolo è un’anticipazione scritta, tratta appunto dalla video intervista realizzata nel Museo dedicato a Italo presso la Rocca.
Tocca il cuore conoscere la storia di Italo.
Più ne parlano Sandra, Sergio e Fabio più si scopre l’uomo, l’artista e la resilienza con cui ha fatto nascere molte attività sempre con il fondamentale sostegno della moglie Laura.
Agli inizi degli anni ‘70 Italo si è dedicato ad un sogno: l’avvio di un’azienda vitivinicola nel cuore della Toscana.
Ma Rocca non è solo un’azienda legata alla produzione di vino.
Dispone infatti di una cospicua ed importante archivio ed è un punto di riferimento internazionale della cinematografia italiana, avendo incorporato sia West Film che Delta.
Continuiamo a chiamarlo Trinità
Presso Rocca delle Macìe si è tenuta la celebrazione del 50° di ‘Lo chiamavano Trinità…’ e di ‘…continuavano a chiamarlo Trinità’.
Natura e Vino, Cuore e Cinema… ingredienti che donano il senso di pienezza della vita.
Nel pieno della Toscana.
Si sono così intrecciati incontri con Yanti Somer, Maurizio De Angelis di Oliver Onions, Andrea Lucchi, Daniele De Gemini, Eleonora De Venuti, il Cineclub di Lugo, Camposecco Farwest nella figura di Alberto Corridori… è stato un grande piacere incontrare volti nuovi e rivedere conoscenze note.
Grazie Sandra, Fabio e Sergio, per portare il calore di quel fuoco vivo innescato da Italo.