Tutto è iniziato da un pranzo con Annibale Giannarelli.
Effettivamente, non poteva esserci miglior modo per entrare nell’argomento Trinity.
Nel momento conviviale c’è stato modo di conoscere i suoi esordi in Italia e in Australia oltre alla sua esperienza con Mina e i Bee Gees e l’incontro con Franco Micalizzi, per cui ha messo a disposizione l’incredibile voce con cui ha cantato il brano intramontabile di 'They called me Trinity'.
Ma non solo.
Si è aperto un discorso più interiore.
Parlare della leggerezza del brano ‘Trinity’ ci ha permesso di condvidere con Annibale come sia diventato oggi colonna sonora per innumerevoli persone.
Perchè non stiamo parlando ‘solo’ di un film ma di famiglie riunite di fronte alla Tv, dove diverse generazioni continuamente ne riscoprono il valore.
Di padre in figlio Trinità continua ad essere un mito intramontabile e questo grazie anche ai titoli di testa, accompagnati dalla voce del ‘Tom Jones’ italiano com’è stato definito Annibale.
E così quello che è ‘solo’ un film, oggi a distanza di più di 50 anni continua ad emozionare.
Nella visione di Annibale che condividiamo quello che ha permesso tutto questo è una sorta di puzzle dove E.B.Clucher, Italo Zingarelli, Terence Hill, Bud Spencer, Franco Micalizzi, Renato Casaro e la sua voce contribuiscono a renderlo così unico.
Un puzzle dove nulla è stato costruito, ma semplicemente ognuno ha messo a disposizione la sua arte con spontaneità.
In questo quadro non è semplice trovare le parole, per raccontare la naturalezza di Annibale Giannarelli.
Quello che più colpisce fin dal primo saluto è una semplicità che lo rende ancor più grande come persona, prima di Artista.
Con i suoi modi nell’accoglienza ti fa sentire immediatamente a tuo agio.
Donandoti quella tranquillità che in genere si sente di fronte ad un amico.
Così siamo entrati in poco tempo in grande confidenza, in un clima che ci ha permesso di intervistarlo con semplicità.
Abbiamo così potuto approfondire le sue emozioni anche in relazione al fatto che, solo di recente, ha scoperto il successo della canzone da lui cantata.
Se ne è reso conto rientrato dall’Australia perchè, ad esempio, sentendo squillare telefonini di persone sconosciute con il tema ‘Trinity’ si è accorto di quanto fosse così radicato quel sound e mood derivante dal celeberrimo film.
Senza contare che è stato utilizzato di recente anche da Tarantino, nel finale del film ‘Django Unchained’.
Per questo il minimo che potevamo fare era portargli almeno la nostra riconoscenza in quanto Maestro della Musica italiana, con un acquerello appositamente realizzato da Alberto accompagnato da una copia del libro ‘Nella valle del San Joaquin’ e una targa da Camposecco Far West.
Annibale Giannarelli e ‘The Voice Senior’
Oltre alla vita artistica, abbiamo potuto esplorare le sensazioni di Annibale nell’aver vinto la seconda edizione di ‘The voice senior’.
Un tratto sicuramente distintivo è che il premio vinto lo abbiamo trovato nel bar del paesino dove ci siamo incontrati, in quanto per Annibale è importante farlo sentire di tutti.
Tra le tante emozioni che abbiamo provato, forse è proprio questo il valore più grande che ci portiamo nella memoria: la semplicità della condivisione.
Infatti Annibale ci ha donato di cuore un pomeriggio dove, ad un certo punto ha preso la chitarra improvvisando ‘Trinity’, con una voce immensa per cui davvero non ci sono parole che possano descriverla.
Questi sono alcuni momenti a caldo da Sassalbo.